Lettera aperta della scrittrice albanese Elvira Dones

by Aislinn on giovedì 20 maggio 2010

La scrittrice albanese Elvira Dones ha scritto questa lettera aperta al
premier Silvio Berlusconi in merito alla battuta del Cavaliere sulle "belle
ragazze albanesi".
In visita a Tirana, durante l'incontro con Berisha, il premier ha attaccato
gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all'Albania. Poi ha aggiunto:
"Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze".

NATA FEMMINA


"Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei
non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo
disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle
ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha,
confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha
puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."
Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di
notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da
Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro
vite violate, strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso
sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto:
rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul
marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia
albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del
Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora -
tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così,
per gioco o per sfizio.
Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società,
non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana
sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia
nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.
Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo
Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera:
andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi
aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti
altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate,
appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un
padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di
Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre,
affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua
a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se
sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio
libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con
lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.
In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche
righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania
s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel
popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a
spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensione
per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i
drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe
che da guadagnarci.
Questa "battuta" mi sembra sia passata sottotono in questi giorni in cui
infuria la polemica Bertolaso , ma si lega profondamente al pensiero e alle
azioni di uomini come Berlusconi e company, pensieri e azioni in cui il
rispetto per le donne é messo sotto i piedi ogni giorno, azioni che non sono
meno criminali di quelli che sfruttano le ragazze albanesi, sono solo
camuffate sotto gesti galanti o regali costosi mi vergogno profondamente e
chiedo scusa anch'io a tutte le donne albanesi



Merid Elvira Dones


"PS.: Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione spero sentano
l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad altre persone.
grazie Elvira

Dresses&Co

by Aislinn on venerdì 14 maggio 2010

Vorrei postare un link che ho sbirciato su  shabbychicinteriors premettendo che crea dipendenza ma non assuefazione!
Il sito è polyvore e vi lascio un assaggino!









e sognando un po'...
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Un week end in campagna

by Aislinn on lunedì 10 maggio 2010

Ebbene sì, in campagna! Volevo stupire con effetti speciali e ci sono riuscita! (vero Encrenoire?).
Non avrei pensato che la campagna mi avrebbe rigenerato così, sono stupita di me stessa! Ho persino dormito con un ragno in camera!
Siamo partiti il sabato mattina, con l'emozione del viaggio, se pur breve, per raggiungere un paesino vicino a Sassello, dove il mio ragazzo ha una casetta, un posto circondato da villette indipendenti, incorniciate di papaveri stupendi.
E' stato bello ritrovarsi con nuovi amici in questa dimensione di vita dimenticata, inghiottiti come siamo dai ritmi della città, schiavi del "tutto e subito"!
La campagna ha tempi allungati, preparare il fuoco per cuocere alla griglia richiede tempo ed energie: scegliere la legna giusta, controllare che la fiamma non si spegni non è come accendere il forno e mettere il timer!
Ritrovare, poi, la quiete nei gesti semplici come preparare l'insalata con le verdure dell'orto, tagliare la frutta con tutti gli utensili da cucina che usavano le nostre nonne che fanno riaffiorare i ricordi di bambina, un po' come assaggiare la madeleinette di Proust!
E a proposito di assaggi, la carne che abbiamo comprato da "Andreino" (il macellaio del paese, ovviamente!) era qualcosa di fenomenale! Sapori che si perdono e che è quasi una festa ritrovare così nella genuinità di un week end!
Così come si perde anche una naturale propensione per "affari di genere", dove è naturale che l'uomo si dedichi a lavori più pesanti per il benessere della propria dama, dove le fanciulle coccolano un po' con frutti e
dolcezze il proprio uomo! La campagna può anche insegnare a essere se stessi, dove tutto è comune, non si è avvolti nelle "idiozie" (nella sua accezione etimologica) del virtuale, che ormai divide le persone.
Le cure di cui abbiamo bisogno a volte sono qualcosa di semplice: un fuoco caldo quando hai freddo, il proprio uomo che ti avvolge con la coperta calda, una tazza di tè e un abbraccio...

Vorrei postare anche qualche foto nei prossimi giorni, spero rendano l'idea!
Manca solo una cosa a questa casetta carinissima, arredata tutta shabby: la piscina in giardino!
Lo spazio non manca...